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1993. La banda Bassotti della Usl lunigianese
 
RASSEGNA STAMPA E AGGIORNAMENTI

Interrogati i due direttori ai domiciliari: "Non abbiamo truccato i bilanci"
(Il Tirreno del 28 maggio 2012)

“Rolex e regali alle fidanzate con i soldi della Asl”. Parentopoli rossa in Toscana

(Il Fatto Quotodiano, 19 febbraio 2012)

Asl, in 100 nel mirino della Procura
(Il Tirreno, 12 marzo 2011)


«Per far quadrare i bilanci qualcuno entrava nei server»
(Corriere Fiorentino del 23 febbraio 2011)
 
 

Cinque Terre Concussione

 
Tutto è già successo. Era il 1993, ma sembra oggi. Diciasette anni fa la Procura della Repubblica aprì un'inchiesta sulla Asl della Lunigiana ed emise nove avvisi di garanzia. Ma alla fine, come è capitato troppo spesso nella provincia di Massa quando si è trattato di politica e affari, tutto fu insabbiato
Riproponiamo di seguito l'intervista a Franco Pugliese, amministratore straordinario della Asl Lunigiana, pubblicata da Lunigiana la Sera nel 1993

febbraio 1993
 

La banda Bassotti della Asl lungianese

Mancano frigoriferi, scrivanie, telecamere, tutti regolarmente fatturati. I rifiuti ospedalieri sono 400 chili al giorno ma per anni ne sono stati pagati mille: un miliardo di lire regalato ogni dodici mesi. La Sanatrix, cllnica convenzionata, ha 200 posti letto, ma i ricoveri riconosciuti e pagati sono oltre trecento. Altro regalo per un miliardo e mezzo l'anno. Sono alcune delle storie di malasanità che la Procura della Repubblica ha potuto ricostruire in seguito alle denunce dell'ex ammistratore della Asl della Lunigiana Franco Pugliese, e che Lunigiana la Sera è in grado di rivelare in esclusiva attraverso l'intervista che pubblichiamo

 

di Maurizio Bardi

Con quei lunghi capelli bianchi pettinati all'indietro Franco Pugliese sembra più un nobile spagnolo finito per errore nel nostro secolo che l'ex amministratore
straordinario della Usi ili Fivizzano. Un nobile decaduto, però, visto che la Regione
Toscana, dopo averlo nominato nel luglio 1991, lo ha bruscamente licenziato il 25
novembre 1992. Ma il breve regno di Pugliese non sarà di quelli che si dimenticano facilmente dato è stato proprio un suo voluminoso dossier inviato alla Procura della Repubblica a mettere in moto una inchiesta che ha procurato, oltre che a lui stesso, otto avvisi di garanzia ad amministratori funzionari ed imprenditori, tra i quali spiccano i nomi di Armando Bianchi, ex presidente della Asl, e Achille Marini, presidente della Lunicoop, cooperativa appaltatrice dei lavori di pulizia.
Sulla vicenda Franco Pugliese ha accettato di parlare in esclusiva con Lunigiana la Sera.
"Gli avvisi di garanzia sono stati mandati per piccole cose - afferma secco Pugliese. Ci sono
fatti ben più gravi che debbono venire alla luce!"
Per esempio?
"L'edilizia ospedaliera. Nel 1982 fu appaltata la costruzione della nuova ala dell'ospedale di Fivizzano per un totale di 8 miliardi. A tutt' oggi il manufatto non è ancora stato completato. Così, tra continue revisioni dei prezzi, si sono spesi tutti i soldi. Quando ho assunto l'incarico di amministratore ho convocato direttore dei lavori e imprenditori per avere chiarimenti circa la data di consegna della nuova ala. - A Ottobre tutto sarà pronto - mi è stato assicurato... Ed io ho fatto mettere nero su bianco. A dicembre ancora non si era visto niente. Era solo apparso l'architetto Papasogli, direttore dei lavori, per farmi firmare una richiesta di altri 400 milioni che
avrebbero dovuto consentire finalmente questa benedetta consegna. Si trattavano centinaia di milioni come noccioline. Allora ho nominato un ingegnere di fiducia, Silvio Vita, perché supervisionasse i lavori e mi relazionasse su eventuali irregolarità. Quindici giorni dopo sono stato rimosso dall'incarico e l'amministratore che mi è succeduto ha revocato la nomina di questo "controllore". Il quale però è stato rimesso in carica dal procuratore della Repubblica che lo ha nominato perito d'ufficio."
Con quali motivazioni fu rimosso l'ingegner Vita?
"Gliele leggo: -La Usi aveva a suo tempo nominato un direttore dei lavori nella persona dell'architetto Papasogli, il quale ha la piena responsabilità del regolare svolgimenio dei lavori, per cui non appare neppure deontologicamente corretta la nomina di supervisori e controllori senza la chiara conoscenza di situazioni illegittime.-
Mi si dica ora se qu inon è ravisabile il reato di favoreggiamento!"
Eppure anche lei è finito sotto inchiesta e i revisori dei conti avevano
denunciato degli sprechi durante sua gestione.

La faccenda dei rifiuti ospedalieri. E' una vicenda paradossale. Prima che arrivassi io il forno inceneritore della Asl, quello con cui vengono eliminati questi rifiuti, fu distrutto da un incendio. L'amministratore, allora, aveva emesso un provvedimento di urgenza con cui se ne affidava lo smaltimento (effettivamente improrogabile) alla ditta Edilchimica. Il contratto era stato fatto per una tonnellata di rifiuti al giorno a 3300 lire al chilo.
C'erano però alcune cose riguardo all'incendio dell'inceneritore che non mi convincevano. Non risultava registrata nessuna chiamata ai vigili del fuoco, non c'era una certificazione da parte loro...
E' questa la procedura abituale?
Certo. Si tratta del'incendio di un bene di proprietà pubblica. Come può non esistere un rapporto dei pompieri? Comunque, feci due conti e mi resi conto che una tonnellata di rifiuti al giorno erano troppi. Cominciai allora a pagare a pesate: tanti rifiuti uscivano, tanti venivano pagati.
Prima invece la quota era fissa?
Fissa: una tonnellata al giorno.
Che si trasformo in...
Meno della metà. Mediamente si smaltivano intorno ai quattrocento chili al giorno. Decisi però di concedere una proroga alla Edilchimica, a fronte di uno sconto. Ma la decisione di pagare a peso aveva rotto le uova nel paniere e dovevo muovermi con grande circospezione.
In che senso?
Per prima cosa mi cominciarono ad arrivare proteste dalla Edilchimica: dicevano che la nostra pesa era rotta, che il materiale non poteva essere così poco. Diedi incarico ai vigili sanitari di seguire i camion per una settimana fino alla pesa pubblica di Carrara e certificare, in qualità di funzionari di polizia giudiziaria, quale fosse il peso del materiale da distruggere.
Risultato?
Intorno ai quattrocento chilogrammi di media. Fatto sta che, con tutte queste precauzioni, la gara di appalto fu indetta alla fine di febbraio nvece che all'inizio di gennaio. Parteciparono solo due ditte (perché si sapeva chevolevo fare una gara al ribasso) e affidai lo smaltimento dei rifiuti speciali per 1960 lire al chilo contro le precedenti 3300.
Per questo si è trovato da ridire sul mio conto. Perché per due mesi ho continuato a pagare 3300 lire al chilo. Però sul contratto precedente, stipulato al doppio del prezzo ottenuto da me e per una quantità di materiale anch'essa doppia di quella accertata in seguito, nessuno ha mai avuto niente da ridire! Su tutta l'amministrazione precedente nessuno ha mai avuto niente da ridire.
Ogni volta che ho aperto bocca io, invece, i revisori dei conti mi hanno piantato una grana.
Già perché?
Perché davo fastidio.
In che modo?
Mettendo piede in quella Usi mi sono accorto che vi era la totale mancanza di struttura burocratica, cioè impiegati che mandassero avanti i lavori. Tutto era deciso da Amedeo Bianchi, il presidente, che affidava l'esecuzione delle sue scelte a due funzionari di fiducia (Turano e Parodi, entrambi raggiunti da avviso di garanzia). Tutto era nelle loro mani. Bianchi poi andava in comitato di gestione (fatto da socialisti e comunisti con Gabriella Malpezzi vice presidente) e si faceva approvare le decisioni già prese.
La disorganizzazione era tale che, quando sono arrivato, chiunque avrebbe potuto portarsi via da quella Asl anche le scrivanie. Non c'era neanche l'inventario. E questo non è grave, è gravissimo! Già mettendo fine a questa amministrazione "familiare" della cosa pubblica ho cominciato a dare fastidio.
Però a Fivizzano tutti attribuiscono la colpa delle irregolarità alla mancanza di un sistema di gestione computerizzato!
Bel paradosso! Non c'era nessun sistema computerizzato, però esistevano
una ventina di terminali fermi. Ed era pure stato assunto l'impiegato addetto
al loro utilizzo. Fermo pure lui.
In pratica i computer c'erano, ma nessuno si è preso la briga di metterli in moto?Esatto! E intanto gli stipendi dei dipendenti ed altre pratiche erano state appaltale al Ced (Centro elaborazione dati, società informatica di Massa, ndr).
Quanto pagava la Asl al Ced per questo lavoro?
Solo per approntare gli stipendi del personale circa 150 milioni all'anno.
Già da tempo gli stipendi avrebbero potuto essere preparati direttamente dagli uffici dell'Asl. Invece il lavoro è ancora nelle mani del Ced.
La spesa per i computer, quindi, sarebbe stata inutile?
Più che inutile, "inutilizzabile". E certamente troppo alta. Appena arrivato, oltre a predisporre una linea burocratica, affidai ad un docente di informatica dell'università di Pisa, Franco Martorana, l'incarico di organizzare il lavoro. Dalla prima relazione di Martorana, che è del novembre 1991, si apprende finalmente tutto quello che c'e e come è stato acquistato.
Per quanto riguarda i terminali di cui si parlava leggiamo nella relazione di Martorana: "Partendo da un controllo dei costi sia dell'hardware che del software presente sul mercato e mantenendo la stessa marca di apparecchiature (IBM) l'offerta è in media più cara del 30 per cento".
Rispetto a quale cifra?
I trecento milioni dei computers.
Sarebbe a dire che su 300 milioni, 90 risultano spesi senza ragione?

Esatto.Per questo io dico che bene ha fatto il magistrato ad inquisire tutti i direttori amministrativi che arrivavano a turno dalla Asl di Massa. Perché avevano il dovere di oganizzare gli uffici. Invece prendevano i soldi delle trasferte da Massa e non facevano niente per impostare il lavoro all'intemo dell'Usl. Come è avvenuto nel caso del Ced.
Si spieghi meglio...
La situazione faceva comodo ai funzionari, i quali, non solo non svolgevano il loro
lavoro, ma prendevano anche i soldi della trasferta per venire a Fivizzano e per ritomare a Massa a controllare il Ced.
Parliamo però anche di una vicenda che la riguarda. Su di lei e sul suo amico Marini c'è l'ombra dell'appalto per le pulizie: circa un miliardo e mezzo all'anno!
Quell'appalto è regolare. Lo ha vinto la Lunicoop. Siccome però sono stati visti al lavoro operai della CLL, si è pensato che io avessi preso qualcosa. Ma la CLL è socia della Lunicoop, per cui, dopo che quest'ultima ha vinto la gara, ha lavorato anche l'altra.
Ci sembra un ragionamento un po' strano. CLL e Lunicoop prima partecipano all'appalto in concorrenza e poi si dividono il lavoro?
Certo può sembrare un ragionamento strano: prima concorrono l'una contro l'altra e poi lavorano in società. Non si tratta di asta truccata. Semplicemente, per quanto riguarda le cooperative, la legge consente di farlo.
E il televisore da tré milioni che lei ha avuto in regalo?
Quel televisore fu un regato di Marini e di Putamorsi per le nozze di mio figlio. Ora, se vi sembra verosimile che su un appalto di oltre un miliardo io mi lasci corrompere da un televisore!.....
Ma perché l'hanno licenziata?
Perché ho dato fastidio, sin dall'inizio, con la faccenda della Casa di cura Sanatrix di Aulla.
Sarebbe a dire?
La casa di cura veniva impiegata, e pagata, al 150% in più dei suoi posti letto. Mentre i due ospedali pubblici erano sotto impiegati.
Che cosa ha fatto lei allora?
Ho applicato la legge. C'è una direttiva regionale per cui le case di cura vanno pagate dal la Usi solo per il 95%. Prima del mio arrivo, invece, veniva pagato senza battere ciglio tutto quanto richiedeva la Sanatrix: circa tre miliardi l'anno. Inoltre non c'era alcun controllo sulla durata dei ricoveri. Si poteva entrare, ad esempio, per una appendicectomia (che richiede una degenza di una settimana) e restare in clinica 15 giorni. E nessuno controllava niente.
Ora però sono più che sicuro che la magistratura saprà fare piena luce su tutte queste cose.

 
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abusi edilizi

Foto sopra: Franco Pugliese. Da una copertina di Lunigiana la Sera deidicata ad un inchiesta sulla malasanità in Lunigiana (1993)

ermanno Giannetti

Ermanno Giannetti
 
 
 

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